Ricevi le ultime news!Le invieremo al tuo indirizzo di posta elettronica ImparareSbagliando si impara
I saggi dicevano: “Sbagliando si impara”… dovremmo riascoltare e ricordare i vecchi detti, raccontarli ai nostri figli, che non sono cresciuti con le favole ma solo con i supereroi.
Le memorie del passato, insegnano, non buttiamole via🌼 Sosteniamoli nel momento in cui commettono errori, ⛔️ NO GIUDIZI ⛔️ NO CONSIGLI 🌼 SI ABBRACCI Gli errori non rappresentano solo un pericolo ma anche un’opportunità. Per questo non vanno demonizzati, o evitati a tutti i costi, bensì accettati come un elemento necessario, e spesso prezioso, di ogni esperienza. Gli errori permettono di sperimentare, di esplorare le varie possibilità, fino a individuare la soluzione migliore. Siamo stati abituati a vederli sottolineati con la matita rossa e accompagnati da un brutto voto. La scuola ci insegna che gli errori siano qualcosa da non fare, da punire o per cui provare vergogna. Così, ogni volta che sbagliamo emerge una sensazione di fallimento. Oppure, prima ancora di fare un errore, ci facciamo paralizzare dalla paura dello sbaglio: temiamo non tanto le possibili conseguenze dell’errore, ma soprattutto il giudizio negativo degli altri. Carl Jung diceva: “Chi evita l’errore elude la vita”. Dobbiamo ricordarci, che ci sono situazioni in cui evitare di sbagliare è impossibile, quindi dobbiamo riconoscere con la nostra fallibilità. Ma come possiamo fare? Con 3 piccole strategie. 1) Possiamo sbagliare Errare humanum est, dicevano gli Antichi. Sbagliare fa parte della natura umana, siamo esseri fallibili e dobbiamo abituarci a considerare gli errori una parte della nostra esperienza di vita. Una ricerca scientifica, americana ha dimostrato , qualche anno fa, che impariamo più dagli errori che dai successi, in quanto l’effetto sorpresa provocato dall’errore facilita e rinforza l’apprendimento. Così, quando ci troviamo di fronte a una situazione simile ad una precedente in cui abbiamo sbagliato, dal lobo temporale del cervello parte un allarme: bastano 0,1 secondi per avvertirci che stiamo per sbagliare di nuovo, permettendoci di correggere il tiro. “Sbagliando si impara” non è solo un proverbio: il nostro cervello, da quando siamo venuti al mondo, è strutturato per fare errori e apprendere da essi. Basta vedere come un bambino impara a camminare o ad andare in bicicletta: riesce a trovare il giusto equilibrio solo dopo una serie di cadute e sbandamenti. 2) Riconoscere gli errori Per imparare dagli errori è importante anzitutto riconoscerli come tali. Chi non è in grado di vederli o di ammetterli continuerà a ripeterli. Perché talvolta non riusciamo a riconoscerli? Perché si verifica uno stato di tensione psicologica ed emotiva dovuto al presentarsi di due idee contrastanti fra loro incompatibili. Ammettere un errore entra spesso in divergenza con la nostra autostima, al punto che ci ritroviamo a giustificarlo o ad attribuirlo a qualcun altro pur di non mettere in discussione le opinioni su noi stessi. Oppure l’errore entra in contrasto con una nostra convinzione radicata, legata a esperienze precedenti. Lo psicoanalista Paul Watzlawick chiamava questi comportamenti ripetuti “tentate soluzioni”: siamo talmente convinti che ciò che facciamo sia giusto, che continuiamo a ripetere lo stesso errore. Dunque se ci accorgiamo che nella nostra vita tendiamo a ripetere situazioni che ci provocano sofferenza, prima di accusare gli altri o la sorte proviamo a prendere in considerazione l’idea che l’errore provenga proprio da noi. 3) Fare errori In una situazione complessa non solo è importante accettare e riconoscere i propri errori, ma può essere utile fare qualcosa di più: commetterli volontariamente. L’errore, infatti, permette di sperimentare, di esplorare. Clicca sulle immagini per ingrandire In questo sito si parla diCerca per parole chiave
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